Villa Ciardi

 

Uno degli edifici architettonici più significativi del territorio è la villa Ciardi, importante, oltre che per il pregio architettonico, per aver ospitato dalla fine del XIX secolo il celebre Giuseppe (detto “Beppe”) Ciardi e la sua famiglia veneziana di pittori. Nel 1812 il corpo centrale dell’edificio è presente e citato nel catasto austro-napoleonico come “casa di villeggiatura”, mentre le adiacenze laterali sono successive. I Ciardi acquisiscono la villa nel XX secolo. Dopo la morte del padre Guglielmo, dal 1930 fiorisce la produzione artistica del figlio Giuseppe, la sua arte veneta è tra le più importanti del primo Novecento.
Preceduta da un piccolo parco, la costruzione presenta una facciata neoclassica con colonne e timpani al piano primo. La moglie di Giuseppe, Emilia, raccontò in uno scritto che il marito “non si accontentò di conservare, ma volle dare dignitosa bellezza alla dimora di Quinto. Sulla facciata, tre affreschi avvertono che gli abitatori non potevano essere che artisti, poiché vi sono rappresentate le arti della pittura, della scultura e dell’architettura”. All’interno non sono più conservati dipinti dei Ciardi, ma nelle stanze si respirano ancora arte e storia. Si possono ammirare alcune lapidi, tra cui quella che celebra “Messidoro”, uno dei capolavori di Guglielmo dipinto nella terra del Sile e oggi alla Galleria Nazionale di Roma. A sua memoria, in una teca incassata nel muro di una delle due barchesse, sono custoditi l’ombrello ed il cavalletto, compagni inseparabili che egli usava per dipingere “en plain air”. Nel 1917 i Ciardi abbandonarono per qualche anno la villa poiché essa venne trasformata in un piccolo ospedale da campo. Nel secondo dopoguerra, gli eredi rimasti decisero di vendere l’intera proprietà e le opere.
Oggi struttura è di proprietà ecclesiastica e vi è attivo un asilo nido e una casa di accoglienza. Villa Ciardi apre le porte al pubblico solamente in occasione di particolari eventi promossi dal Comune di Quinto di Treviso e dalla Pro Loco.

 

 

Villa Memo Giordani Valeri

 

Villa Memo Giordani, assieme a Villa Ciardi, rimane una preziosa testimonianza della presenza di tante altre ville che esistevano nel territorio di Quinto (alla fine del XVII secolo se ne contavano più di una ventina, tra ville e case dominicali). Il complesso è plurisecolare ma non si conosce esattamente l’anno della sua edificazione.
Il più antico documento in cui viene citata la Villa è l’estimo veneto del 1682, che riporta il nome del proprietario: il Nobil Homo Costantino Memmo. La sua famiglia apparteneva al Libro d’oro delle ventiquattro famiglie patrizie fondatrici di Venezia. Una nota curiosa: si racconta che in estate la villa fosse frequentata dagli amici dei Memmo, tra cui Giacomo Casanova.
La villa aveva una modesta proprietà di circa tredici campi tra parco e aree coltivate. Nell’estimo del 1714 la villa viene descritta come Casa Dominicale e da gastaldo ( l’uomo di fiducia dei Memmo che gestiva la proprietà). Vi è allegata una mappa della dimora: il corpo centrale è composto da due piani con attico ad abbaino e, ai lati, due barchesse simmetriche porticate. Opposto rispetto alla fisionomia attuale, la facciata principale della villa era rivolta a nord, verso la “strada padovana”, l’attuale castellana vecchia, a cui la villa era collegata da un lungo viale alberato. L’oratorio fu edificato probabilmente nel corso del XVIII secolo, nel 1779 è citato durante la visita pastorale del Vescovo Giustiniani. Seguirono vari passaggi di proprietà, finchè agli inizi del ‘900 Ettore Giordani, sindaco del paese, acquisì la villa. La ristrutturò completamente, in onore dell’amata figlia Giovannina prematuramente scomparsa e fece erigere la cappella della Madonna di Lourdes all’interno chiesa di San Giorgio. Don Girotto, l’allora parroco, gli donò come riconoscenza la parte centrale del trittico del Pozzoserrato. Raffigurante la Vergine immacolata, divenne poi la pala dell’altare della cappella di Villa Memo Giordani.
Le nuove linee di Giordani sono giunte fino ai giorni nostri: corpo centrale in stile neoclassico con colonne nel portico anteriore, pregiati tele e stucchi del pittore veneziano Bressanin nel corridoio d’ingresso, un unico grande ambiente decorato e adibito a sala musicale, la cappella privata raccordata direttamente ad una delle due barchesse. Nelle quattro sovraporte dell’ingresso, Bressanin dipinse le quattro stagioni e in quella estiva si riconosce il territorio quintino, un probabile omaggio al paesaggi del pittore Guglielmo Ciardi. Antistante alla villa vi è una elegante vasca con fontana in pietra di Verona. Oggi la villa è proprietà del Comune di Quinto e di giorno il suo parco è aperto per passeggiate e visite alle sue essenze secolari: tigli, cedri del Libano, ippocastani.